Salice antenato dell’aspirina
Tutti sanno qual è l’effetto della famosa Aspirina o del suo principio attivo, l’acido acetilsalicilico, ma forse non tutti sanno dell’esistenza dei suoi “surrogati” o, per meglio dire, dei suoi antenati vegetali.
La storia antica, le tradizioni popolari e i grandi medici del passato sono testimonianza dell’uso che si faceva di tale pianta, ampliamente diffusa sui nostri territori.
Il Salice veniva infatti utilizzato come antipiretico e contro dolori di vario tipo, in particolare mal di testa e reumatismi.
Grazie al progresso scientifico e alle ricerche in ambito chimico-farmaceutico, questi usi sono stati del tutto confermati e dimostrati come efficaci, grazie all’isolamento dei derivati salicilici contenuti proprio nella corteccia di Salice.
Sia il Salice che la Spirea sono rimedi da sempre utilizzati nel trattamento di forme reumatiche, mal di testa, cefalee, stati febbrili e influenzali.
Le loro proprietà antinfiammatorie ed analgesiche vengono infatti attribuite alla presenza di derivati salicilici all’interno del loro fitocomplesso.
L’azione antalgica e antinfiammatoria di queste piante ed in particolare del Salice e della Spirea sono indubbiamente molto più deboli rispetto a quelle dell’Aspirina, ma tuttavia, assumendo preparati a base di queste droghe, è possibile evitare gli effetti collaterali a carico della mucosa gastro-intestinale, che si possono verificare con l’assunzione del medicinale.