Le virtù del Carciofo
Già a partire dal XVI sec. il Carciofo ( Cynara scolymus L.) veniva considerata una pianta medicinale di grande interesse per le sue virtù terapeutiche.
Sono infatti confermate da dati scientifici e sperimentali le sue proprietà colagoghe (stimola il flusso di bile dalla cistifellea e dotti biliari al duodeno) e coleretiche (stimola la secrezione di bile da parte del fegato).
L’intero fitocomplesso del Carciofo ha inoltre dimostrato avere attività di protezione sul fegato, da sostanze tossiche e nocive, ma non solo va a migliorarne la sua funzionalità, per esempio a livello del metabolismo dei grassi e delle molecole azotate.
Il Carciofo agisce sul metabolismo lipidico riducendo la produzione di colesterolo e di trigliceridi endogeni ed aumentandone la loro escrezione e ridistribuzione nei depositi naturali.
L’escrezione dei grassi avviene attraverso gli acidi biliari e quindi aumentando la loro eliminazione aumenta anche di conseguenza la motilità intestinale e la digestione dei grassi stessi.
Ha anche una buona azione diuretica, andando ad aumentare il volume di urina e della parte solida in essa contenuta. Per la presenza di sostanze amare, le foglie di Carciofo migliorano anche i processi digestivi.
Attenzione: la cinarina (principio attivo principalmente responsabile dell’azione coleretica della pianta) viene inattivata con la cottura. Tuttavia sperimentazioni cliniche-farmacologiche hanno messo in evidenza come anche l’estratto totale abbia un’azione epatoprotettrice e disintossicante e quindi, anche dopo cottura, ci può essere una certa azione della pianta.
Queste sperimentazioni sono testimonianza di come sia importante, ancor una volta, considerare, in un vegetale, tutte le componenti del fitocomplesso.