FAQ

No. Anche il nuovo decreto legislativo n° 75 Testo unico in materia di coltivazione, raccolta, e prima trasformazione delle piante officinali, che sostituisce il regio decreto del 1931 ormai obsoleto ed inapplicabile, conferma che la coltivazione è libera. Non sono richiesti particolari permessi, tranne per quelle piante di cui ci siano espressi divieti (es.: piante da droghe psicotrope).

Diverso è invece manipolare e trasformare le piante officinali in prodotti. In questi casi occorre vedere se il prodotto intermedio è di fatto un alimento oppure un ingrediente industriale. Le autorizzazioni diventano più articolate se si va ai prodotti finiti: alimenti, integratori, cosmetici, farmaci.
Le piante officinali non si prestano a scelte di tipo speculativo o di ripiego rispetto ad un’agricoltura tradizionale che non paga i costi. Non è pensabile di introdurre in azienda, se il grano non va, un’officinale, magari andando a verificare il prezzo della stessa in negozio o in erboristeria. Le piante officinali rappresentano sempre una scelta strategica e a lungo termine per l’azienda, la quale le può introdurre in tutta o parte dell’azienda agricola.

Introdurre le officinali però vuol dire attrezzarsi per coltivazione, raccolta e post-raccolta, e, infine, per lo stoccaggio. Questo richiede tempo, denaro e dedizione e non è possibile compiere il passaggio in modo repentino e a costo zero. Coltivare le officinali è una scelta complessa che sfugge da una dinamica aziendale basata su sensazioni o previsioni di breve periodo.
Agripharma è praticamente autosufficiente nelle attività di coltivazione, tuttavia alcune specie che per ragioni pedoclimatiche non si possono coltivare nell’areale del basso Veneto, possono essere acquisite da altri coltivatori italiani.

Recentemente offriamo a piccoli coltivatori il servizio di trasformazione personalizzata, pertanto se qualche coltivatore ha necessità di trasformare le proprie piante officinali, può effettuare un conferimento in conto lavorazione, e potrà disporre dei prodotti finiti nel pieno rispetto delle normative sanitarie e fiscali.
Agripharma non vende direttamente al pubblico. I nostri estratti vengono utilizzati da operatori professionali che li utilizzano nella formulazione delle loro specialità.

Se siete interessati contattateci e fisseremo un appuntamento presso la nostra sede, oppure un nostro agente vi farà visita in brevissimo tempo.
Si Certamente! Anche senza essere soci della cooperativa.

Potete conferire le vostre piante, e vi saranno restituire trasformate nel prodotto che desiderate.

Contattateci e vi offriremo suggerimenti su come valorizzare le vostre produzioni.

Nel mondo dei prodotti agroalimentari il sistema di certificazione è normato dal regolamento (UE) 2018/848, che detta precise regole per la definizione e certificazione dei prodotti provenienti da agricoltura biologica. In Italia il sistema di controllo è delegato ad enti di certificazione riconosciuti dal ministero che normalmente sono precisi e severi.

Nel mondo dei prodotti fitocosmetici esistono dei disciplinari di produzione applicati si base volontaria , generalmente sono condivisi fra gli enti di controllo, in questi disciplinari vengono definite le sostanze di sintesi che possono essere impiegate, ed in quale dosi.
Sono sempre garantite la provenienza e tracciabilità di tutte le materie prime.

I sistemi di controllo per quanto capillari, non verificano la totalità delle produzioni, per questo motivo è necessario un rapporto di fiducia fra aziende e consumatori, ed è fondamentale la serietà delle aziende produttrici.

Il concetto di naturalità può avere molte interpretazioni, ma nel campo delle officinali è unanimemente diffusa la convinzione che i rimedi naturali devono essere esclusivamente frutto di quanto la natura nella sua evoluzione ha prodotto.

In tutto il settore si predilige l’uso di piante da coltivazione biologica o da raccolta spontanea controllata. Anche nella agricoltura biologica sono previsti miglioramenti genetici attraverso la selezione e riproduzione delle piante migliori, o con incroci fra varietà diverse della stessa specie.

Sarebbe comunque un grande controsenso l’utilizzo degli OGM.
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